Gestisci l’ambiguità

La maturità è la capacità di sopportare l’incertezza. (John Huston Finley)

Basta davvero molto poca esperienza lavorativa per imparare quanto tutto ciò con cui ci confrontiamo quotidianamente sia ben lontano dall’essere una certezza e quanto ogni aspetto del mondo che ci circonda sia aleatorio. Oltre a ciò, prendiamo sempre decisioni in condizione di informazione incompleta o spesso addirittura distorta, condizionati da influenze che ci spingono in diverse direzioni, nella necessità – ovviamente – di produrre risultati nei più brevi tempi possibile.

L’attitudine a gestire l’ambiguità, la variabilità, l’indeterminatezza, è quindi una abilità fondamentale: non farsi cogliere dallo smarrimento, valutare serenamente gli elementi disponibili e quelli mancanti, identificare i rischi connessi con i possibili imprevisti, adottare un atteggiamento cautelativo e prudenziale, non cadere nella trappola dell’immobilismo ma orientarsi verso decisioni robuste.

Qualche consiglio

Non pretendere di avere il quadro completo della situazione e tutti i dati a disposizione per prendere una decisione; non succederà mai. Sarai sempre e costantemente chiamato ad esprimerti in condizioni di informazione incompleta oppure basandoti su stime o previsioni, è inevitabile. D’altra parte, la vera bravura e preparazione si vede in quei contesti: oserei dire che se tutto fosse deterministico basterebbe davvero poca preparazione per essere un bravo manager.

Ciò non significa però rinunciare ad investigare, informarsi e raccogliere quanti più dati possibile: chiaramente, ciò è utilissimo e fondamentale ma – appunto – le informazioni a disposizione non saranno mai tutte e, soprattutto, esisterà sempre il margine di incertezza.

Quindi l’approccio che ti consiglio è quello di definire una tua posizione ed identificare le variabili che, qualora mutassero, te la farebbero cambiare. Valuta poi quanto la tua posizione è sensibile a quelle mutazioni e, di conseguenza, scegli la soluzione che ragionevolmente potrà dover essere stravolta con la minima possibilità.

Chi studia ingegneria riconosce in questo approccio la cosiddetta “analisi di scenario”, una tecnica tanto semplice quanto fondamentale per prendere decisioni in qualsiasi ambito. Qui, gli elementi più importanti da valutare sono le misure di incertezza: quindi, ricordati sempre di stimare una dimensione di aleatorietà dei fenomeni. Non ti dico di calcolarti precisamente la varianza dei parametri in gioco – anche perché spesso mancano i dati per farlo – ma effettua almeno una stima se quello che prevedi debba succedere possa limitarsi all’interno di un intervallo di possibilità.

Anche nello scegliere quando mettersi in marcia per attraversare la città all’ora di punta effettui una stima, con un intervallo di confidenza; quindi, vedi che nella realtà è già un meccanismo che ti è congeniale. Estendi questo approccio a tutte le variabili connesse con un problema e scoprirai come le proposte che formulerai avranno un maggior grado di robustezza rispetto a prima.

L’intervista doppia

In questa intervista doppia, Stefania Tattoni e Alessio Giuiusa ci parlano della dell’importanza di questa determinante attitudine, anche facendo preciso riferimento alle sfide nel loro contesto lavorativo in Amazon.

Il parere dell’Accademia

“Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza’. Il mio celebre concittadino Lorenzo il Magnifico, che di arte e ingegneri se ne intendeva, ci ricorda che nulla nella vita è certo (se non la morte, direbbe Troisi). Nell’ambito delle scienze applicate questo deve essere sempre tenuto presente. Nessun dato empirico ha senso se non è accompagnato da una misura di incertezza. Attenzione, però, perché definire l’incertezza con una stima probabilistica non basta: è necessario anche capire come quella misura sia stata ottenuta e se qualche importante elemento sia stato trascurato. Solo allora si potrà, in retta coscienza, procedere con le analisi e valutazioni ingegneristiche.” – Prof. Filippo De Carlo, Università degli Studi di Firenze

Le Dimensioni della Professionalità: qui l’introduzione e qui l’elenco completo.